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Giuseppe Zangara, il calabrese che voleva uccidere Roosevelt

Giuseppe Zangara

Si dichiarava anarchico, puntando ad uccidere quello che identificava come il simbolo del capitalismo oppressore. Uno degli uomini più potenti del mondo, insieme a Hitler, Mussolini e Stalin. Uno di quelli da cui certo è dipesa la storia: il presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt (FDR). E chissà come sarebbe cambiata la storia se effettivamente Giuseppe Zangara fosse riuscito nel suo intento.

Zangara era un immigrato italiano originario di Ferruzzano, un piccolo comune in provincia di Reggio Calabria. Combatté negli ultimi mesi del primo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra svolse svariati mestieri umili prima di emigrare negli Stati Uniti insieme con suo zio, nel 1923. Si stabilì a Paterson, nel New Jersey, lavorando come muratore. Acquisì la cittadinanza statunitense l’11 settembre del 1929.

L’attentato di Giuseppe Zangara

L’attentato al capo della Casa Bianca avvenne la mattina del 15 febbraio 1933 al Bayfront Park di Miami. Giuseppe Zangara, muratore fortemente ideologizzato, usò una pistola comprata per 8 dollari in un’armeria locale. I cinque proiettili sparati dalla sua semiautomatica a buon mercato mancarono il presidente Roosevelt.

Ma andarono comunque a segno, uccidendo il sindaco di Chigaco, Anton “Tony” Cermak. Durante l’attentato rimasero ferite quattro persone. Sulla tomba del povero Cermak compare ora questo epitaffio: «Sono felice di esserci stato io al tuo posto».

Il processo e la sedia elettrica

Zangara fu giudicato colpevole nel corso di un processo lampo. Il 20 marzo, poco più di un mese dopo l’attentato, l’immigrato calabrese si è ritrovato faccia a faccia con il boia sulla sedia elettrica del penitenziario di Raiford.

E, secondo alcuni, l’uomo non ha gradito il fatto che nessun fotoreporter fosse presente per documentare i suoi ultimi attimi di vita. «Io non ho paura di quella sedia. Voi siete dei capitalisti, anche voi siete dei criminali. Mettetemi sulla sedia elettrica. Non mi importa! Andate al diavolo. Mi ci siedo da solo. Viva Italia! Addio alla gente povera ovunque! Vili capitalisti! Niente foto! Capitalisti! Nessuno qui che mi faccia una foto. Tutti i capitalisti sono una banda di vili criminali. Avanti. Schiacciate il bottone!».

Queste le sue ultime parole. Giuseppe Zangara ebbe una malattia alla cistifellea. La sua salute fisica gracile è stata vista come la causa dei suoi deliri mentali.

Dal libro al teatro

Alla vicenda di Giuseppe Zangara, che ha creato qualche imbarazzo anche al governo Mussolini, è dedicato il libro a cura di Blaise Picchi, “L’omo che avrebbe voluto uccidere FDR“. Il personaggio di Zangara compare tra i protagonisti del musical di Stephen Sondheims “Assassins“, che narra delle gesta di tutti coloro che nella storia hanno ucciso o cercato di uccidere un presidente americano.

Di recente l’attore calabrese Peppino Mazzotta, ripercorre la vita del muratore anarchico portando in scena a teatro “Giuseppe Z.”

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